La distinzione tra il capitale d’esercizio e il patrimonio privato nella ditta individuale: base per la determinazione degli utili.
Aggiornato il 3 gennaio 2013
Il titolare della ditta individuale deve pagare le tasse sia per il reddito e il capitale privato come pure per quello d’esercizio. Per determinare l’importo tributario dovuto risulta necessrio dividere in maniera netta il capitale d’esercizio dal patrimonio privato. Nel caso di una SA o di una Sagl questa distinzione non dovrebbe creare problemi.
Ogni titolare di ditta possiede oltre ai beni patrimoniali del suo esercizio anche elementi partimoniali privati. La divisione in capitale d’esercizio e patrimonio privato è necessaria poiché il capitale d’esercizio costituisce la base per la determinazione degli utili tassabili. In qualità d’imprenditore individuale lei rappresenta un lavoratore indipendente. Il suo reddito dipende perciò dall’utile dello stato patrimoniale, in altre parole dalla differenza tra il capitale netto alla fine dell’esercizio in corso e il capitale netto alla fine del precedente anno d’esercizio. I cambiamenti di valore della sostanza, determinando l’aumento o la diminuzione del reddito d’esercizio, incidono direttamente sul reddito imponibile. D’altra parte un incremento o una perdita del capitale privato non influisce sul reddito imponibile. I prelevamenti privati dal capitale d’esercizio devono però essere calcolati nel reddito realizzato. Per questo motivo nel capitale d’esercizio gli apporti privati possono essere sottratti dall’utile dello stato patrimoniale.