Tassazione dell’economia digitale
Con l’avvento dei computer, l’economia è cambiata molto. Aziende come Google o Facebook stanno facendo miliardi di profitti con servizi puramente digitali. Tuttavia, i paesi in cui operano tali società spesso non vedono alcuna imposta su tali profitti. La comunità internazionale ora sta lavorando a soluzioni.
I business model stanno cambiando
La tassazione societaria è sempre stata molto semplice: una società interagisce con i clienti di un paese avendo un ufficio fisico nel loro paese. Qui vengono generate le vendite e creato il valore aggiunto. Lo stato in cui questa sede si trova, è quindi tassata sul fatturato sostenuto da questa società. Il principio di questo tipo di tassazione è applicato a livello internazionale.
Tuttavia, molte aziende non hanno più bisogno di una sede in una nazione per poter operare in quel paese. L’interazione con i clienti spesso avviene solo elettronicamente. Un posto fisico genererebbe solo costi, motivo per cui può essere dispensato senza ulteriori indugi. I rispettivi paesi in cui operano queste società, non vedono nulla delle imposte sui profitti, poiché confluiscono nei paesi in cui la società ha il proprio quartier generale.
È necessaria una soluzione internazionale comune
I singoli paesi hanno quindi adottato misure a breve termine introducendo una cosiddetta “imposta Netflix”, che deve essere classificata come un’estensione dell’IVA. Tuttavia, queste tasse non sono coperte dalle convenzioni sulla doppia imposizione e possono comportare una tassazione eccessiva. Ecco perché l’OCSE e l’UE stanno lavorando a soluzioni a lungo termine.
Il concetto di “fabbrica virtuale”potrebbe essere una soluzione per tassare le aziende digitali. L’UE in particolare sta considerando questa soluzione. La Commissione europea descrive la succursale virtuale in una bozza di direttiva come una “significativa presenza digitale”, che si realizza se l’azienda trasporta più di 7 milioni di euro in uno stato dell’UE, o ha 100’000 utenti in uno stato membro, o più di 3’000 contratti online conclusi in uno stato membro. Se una di queste condizioni è soddisfatta, il fatturato di questi servizi digitali deve essere tassato. Questo concetto sarebbe una soluzione pragmatica, poiché estende l’attuale tassazione delle aziende con operazioni fisiche a quelle con operazioni virtuali.
Rapporto OCSE previsto per il 2019
Come sede di molte società internazionali, un cambiamento delle norme fiscali internazionali avrebbe un enorme impatto sulla Svizzera, che è anche un membro dell’OCSE e quindi anche coinvolta nell’elaborazione di una soluzione internazionale. I primi risultati sono attesi per il 2019.
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