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Dopo numerose consultazioni personali i nostri giuristi, fiduciari e consulenti hanno potuto conoscere da vicino quali sono le maggiori preoccupazioni nelle teste dei neoimprenditori. Le risposte alle domande più comuni le potete trovare sul nostro blog. Sul blog potete navigare tra i vari argomenti scegliendo il vostro tema preferito dalle diverse categorie.

Piani di partecipazione di collaboratori

I piani di partecipazione di collaboratori stanno diventando sempre più popolari come mezzo per motivare i dipendenti. Questi piani sono interessanti anche per le start-up, in quanto possono legare i dipendenti ad un’azienda preservandone allo stesso tempo la liquidità.

I piani di partecipazione di collaboratori consentono ai dipendenti di un’azienda di partecipare al suo successo. Se un’azienda ha successo, anche i dipendenti ne traggono vantaggio. Per questo motivo, hanno uno stimolo a lavorare di più e ad aiutare l’azienda a raggiungere i suoi obbiettivi.

I piani di partecipazione regolano le condizioni in base alle quali sono emesse partecipazioni a favore dei dipendenti e quando queste possono essere nuovamente ritirate. Esistono varie forme possibili di piani di partecipazione, ma di solito si fa una distinzione tra partecipazioni vere e proprie o improprie di collaboratore.

Partecipazioni vere e proprie di collaboratori

Nel caso di partecipazioni vere e proprie di collaboratori, il dipendente diventa azionista del datore di lavoro. Il dipendente riceve azioni o opzioni, che gli danno diritto a ricevere azioni. In questo caso, il dipendente ha gli stessi diritti di qualsiasi altro azionista. Ad esempio, ha diritto a un dividendo e a partecipare all’Assemblea Generale. Un ulteriore vantaggio di una vera e propria partecipazione azionaria dei dipendenti è che, a seconda del cantone di residenza e del momento della vendita, è possibile realizzare un utile da capitali esente da imposte al momento della vendita delle azioni.

Partecipazioni improprie di collaboratori

Al contrario, nel caso di una partecipazione impropria di collaboratori, il dipendente non riceve un diritto diretto alle azioni, ma piuttosto il diritto ad una “rappresentanza economica” di un’azione. In questo caso si parla anche delle cosiddette azioni virtuali o ” phantom shares”. A differenza delle partecipazioni vere e proprie, il dipendente non è considerato un azionista in quanto tale, ma è trattato come tale solo in termini economici. Il dipendente non ha quindi diritto a partecipare all’assemblea generale degli azionisti, ma ha diritto a un pagamento in contanti equivalente al dividendo. Tuttavia, tali pagamenti sono sempre componenti salariali imponibili del reddito.

Conclusione

Spesso i piani di partecipazione di collaboratori contengono anche una cosiddetta clausola di vesting. Questo stabilisce che il dipendente deve guadagnarsi il diritto di partecipazione per un certo periodo di tempo. Se il dipendente dà il preavviso prima della fine del periodo di maturazione, il diritto di partecipazione decade. Clausole di vesting di questo tipo e altre opzioni di strutturazione del piano rendono i piani di partecipazione particolarmente vantaggiosi per le aziende. Inoltre, i piani di partecipazione sono un buon modo per motivare i dipendenti a dare il meglio di sé. Tuttavia, è sempre importante tenere conto delle conseguenze fiscali e previdenziali legate all’emissione di partecipazioni di collaboratori.

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