Il principio del valore nominale modificato: Quando possono venir esentati i dividendi dalle tasse?
Aggiornato il 2 gennaio 2013
A seguito della riforma II delle imposizioni delle imprese, a partire dal 1° gennaio è entrato in vigore un principio del valore nominale modificato.
Fino a questo momento, un possessore di partecipazioni doveva dichiarare e tassare gli utili provenienti da società di capitali (Sagl e SA) come reddito. Questo non causava nessuna conseguenza tributaria per il capitale aziendale. Il principio del valore nominale è stato poi in parte modificato passando al principio degli apporti di capitale. Il rimborso di quote, aggio e fondi, che sono stati apportati dal possessore dei diritti di partecipazione dopo il 31 dicembre 1996, viene considerato come un rimborso di capitale sociale, nel caso in qui le quote, aggio e fondi della società di capitale o della cooperativa, sono presentati in un conto separato nel bilancio commerciale e nel caso in cui la società abbia registrato ogni cambiamento di questo conto all’amministrazione federale delle contribuzioni (LIP 5 Ibis).
Esempi:
– Gli azionisti apportano, per un aumento di capitale, parti di quote nelle riserve (agio) e acquistano cosi le riserve occulte della società.
– Azionisti che mettono a disposizione per un risanamento mezzi finanziari gratuitamente. Così facendo, quando la società di capitali dovrà restituire i mezzi finanziari messi a disposizione agli azionisti, eviterà conseguenze dal punto di vista delle tasse (tasse sul reddito o imposta preventiva). Grazie al principio del valore nominale modificato, questo scopo vieni in parte raggiunto. In questo caso devono però venir rispettate severe formalità e normative.