Contratto di lavoro effettivo: quando è dovuto il salario?
Chiunque svolga un lavoro senza avere un contratto di lavoro valido corre rapidamente il rischio di essere privato del suo legittimo stipendio. Il contratto di lavoro effettivo è un istituto giuridico che protegge il diritto del lavoratore al salario.
Anche se nella pratica la forma scritta è consueta, il contratto di lavoro può in linea di principio essere concluso senza forma (art. 320 cpv. 1 CO). Di conseguenza, le dichiarazioni di volontà richieste per la conclusione del contratto di lavoro possono essere scambiate anche tacitamente o per implicazione. Tuttavia, la legge prevede il requisito della forma scritta per alcuni accordi (ad esempio, la modifica dei periodi di preavviso, la clausola di non concorrenza post-contrattuale). Ma cosa succede se il contratto di lavoro successivamente risulta essere nullo o unilateralmente non vincolante, ma il dipendente ha già prestato i servizi sulla base del contratto di lavoro presumibilmente valido? Il legislatore ha creato l’istituto giuridico del contratto di lavoro effettivom per queste situazioni.
Protezione del dipendente in buona fede
Se il lavoratore presta in buona fede la sua opera al servizio del datore di lavoro sulla base di un contratto di lavoro che in seguito si rivela invalido, le parti devono adempiere gli obblighi derivanti dal rapporto di lavoro allo stesso modo di un contratto valido, fino a quando quest’ultimo non viene sciolto dall’uno o dall’altro a causa dell’invalidità del contratto (art. 320 cpv. 3 CO). L’esistenza di un contratto di lavoro effettivo richiede i seguenti prerequisiti:
- Conclusione di un contratto di lavoro: in linea di principio, deve aver avuto luogo uno scambio di dichiarazioni di intenti concomitanti con l’intenzione di concludere un contratto di lavoro.
- Invalidità del contratto di lavoro stipulato: il contratto di lavoro stipulato deve poi risultare invalido, dove il concetto di invalidità deve essere inteso in senso ampio. Oltre ai difetti di contenuto o di forma, i motivi di invalidità possono anche esistere per mancanza di capacità di agire o per eccesso di potere.
- Lavoro già svolto: il lavoratore deve aver già svolto un lavoro sulla base del contratto di lavoro concluso.
- Buona fede del lavoratore: il lavoratore deve essere stato in buona fede nell’esecuzione del lavoro, cioè non deve essere stato consapevole dell’invalidità del contratto di lavoro concluso.
Contratto di lavoro effettivo: protezione del salario e diritto di recesso
Se questi requisiti di fatto sono soddisfatti, c’è un contratto di lavoro effettivo con tutti i diritti e gli obblighi di un contratto di lavoro convenzionale. Lo scopo principale del contratto di lavoro effettivo è quello di proteggere il dipendente. Il dipendente deve ricevere un salario equo per il lavoro svolto facendo affidamento sulla validità del contratto di lavoro concluso. Tuttavia, l’esistenza di un contratto di lavoro effettivo non cambia l’invalidità fondamentale del contratto di lavoro concluso. Ogni parte ha quindi il diritto di terminare immediatamente il rapporto di lavoro finché esiste il motivo di invalidità. Va notato che le disposizioni sulla protezione contro il licenziamento non si applicano nel caso in questione perché queste presuppongono l’esistenza di un contratto di lavoro valido.
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