I 6 errori più comuni nella divisione dei diritti di partecipazione che possono uccidere il tuo business
La divisione dei diritti di partecipazione è una delle decisioni più importanti da prendere nel momento in cui si vuole agire con un team di co-fondatori. Qualsiasi decisione sarà presa, questa avrà un impatto significativo sul proseguo dell’attività. Essa infatti, determina la proprietà dell’azienda, ma ha anche un’influenza diretta sul processo decisionale, cosa che può aumentare o far scemare la motivazione del team.
La decisione riguardante la divisione dei diritti di partecipazione è di tale importanza, che spesso, e se non fatta a dovere, può decretare il fallimento. Ci sono diverse opzioni tra cui scegliere: ripartizione azionaria fissa o dinamica, con o senza piani di maturazione. Una risposta adatta a tutte le situazioni non esiste. Perciò è molto importante che la decisione deve potersi basare sulla correttezza, su una sufficiente flessibilità e idoneità per il team di co-fondatori e il progetto.
Gli errori più comuni nella divisione dei diritti di partecipazione sono:
1. Evitare il dialogo: una delle ragioni per le quali si evita tale discorso è la priorizzazione delle questioni urgenti a discapito di quelle importanti. Un’altra ragione è il disagio a discutere dell’argomento. Quest’ultimo motivo deve far risuonare un campanello di allarme. Qualora non ci si dovesse sentire a proprio agio nel discutere apertamente di decisioni importanti all’interno del team, è importante indagare sul perché di tale comportamento e correggerlo il prima possibile.
2. Rapida stretta di mano: una rapida intesa è un modo molto miope per intavolare un argomento così sensibile. Solitamente, le discussioni riguardanti la divisione dei diritti di partecipazione richiedono tempo. E c’è una buona ragione. Infatti, esso andrà ad influenza indirettamente i ruoli e i contributi del team, le aspettative e l’impegno. Facebook insegna, nel film si vede discutere del tema fuori dal pub; ecco, questa non è una buona idea.
3. Divisione equa senza una ragione valida: per molti investitori esperti questo è un altro campanello di allarme. La divisione dei diritti di partecipazione dovrebbe riflettere i contributi apportati dai fondatori. Solo in casi rari questi risultano essere tutti uguali. In genere, avere la stessa ripartizione senza una buona ragione, è il segno che contraddistingue un gruppo di co-fondatori non competente nel tenere conversazioni importanti.
4. Divisione anticipata senza opzioni di adattamenti futuri: la decisione sulla divisione dei diritti di partecipazione avviene tipicamente nelle prime fasi dell’attività. Questo perché spesso è previsto specificamente dalla forma giuridica. Tuttavia, si dovrebbe sempre lasciare aperta la possibilità di modificare la divisione in un secondo momento, dato che, i contributi e l’impegno che i fondatori apporteranno in futuro sono difficili da prevedere e possono cambiare.
5. “Bad leaver” senza una clausola chiara: il “bad leaver” è colui che deve lasciare l’azienda prima di poter vendere le azioni. Dovrebbe pertanto venir regolato la rilevazione di tali azioni. Se un co-fondatore, per esempio, viene “licenziato” per il suo non-rendimento, deve essere molto chiara la base su cui viene valutata la sua performance. Quindi, sii il più specifico possibile, questo per evitare possibili conflitti futuri.
6. Operare in acque poco chiare: è sempre una buona idea provare prima di acquistare. Quindi, prima di investire in una startup comune, assicurati di lavorare come una squadra. Ma anche nella fase di test alcune domande devono essere chiarite
a) Cosa succede se la cooperazione continuerà e quali sono le condizioni per tale situazione?
b) Cosa succede se le parti si dovessero separare? C’è un diritto di risarcimento? Chi possiede la proprietà intellettuale che sarà sviluppata durante questo periodo?
Essere chiari va a beneficio di tutti. Un memorandum d’intesa di base, che delinea la struttura è il modo giusto di agire.
Imparare dagli errori degli altri è sempre più economico. La divisione dei diritti di partecipazione non è una domanda alla quale è possibile trovare una risposta semplice o rapida. Chinarsi sul problema e considerare tutti gli aspetti aiuta ad evitare conflitti futuri.
Autore:
Jana Nevrlka, JUDr. LL.M. MBA
Cofounding strategist
Jana Nevrlka combina il suo background legale ed economico con la sua esperienza come imprenditrice per aiutare i fondatori a costruire squadre che durino nel tempo. Si occupa della scelta dei giusti cofondatori fino alla divisione ottimale dei diritti di partecipazione. Scrive e insegna molto sul tema dei co-fondatori. Lavora anche come co-fondatrice in numerosi acceleratori e gestisce una piattaforma di condivisione delle conoscenze delle startup: Swiss Startups Club.
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